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Metodo di approccio tarologico. Parola d'ordine: decostruire.

Aggiornamento: 29 mar 2023


Carte Sparse sul tavolo, Mazzo di Tarocchi, Tarocchi, Tarocchi di Marsiglia, Tarocchi Studio
Mazzo, Tarocchi, Tarocchi di Marsiglia, Tarocchi Studio

Credo che sia fondamentale avere basi solide per affrontare la lettura dei Tarocchi. Soprattutto quando iniziamo a proporre sedute di tarologia ad altri esseri umani, è necessaria una preparazione che riguardi non solo il significato della carte e le loro connessioni, ma il nostro modo di relaz


ionarci con il consultante. Una base empatica, l’allenamento all’ascolto profondo e attivo dell’altro, una sincera disposizione a mettersi in secondo piano sono solo alcune delle caratteristiche richieste al tarologo, che si pone come facilitatore tra i Tarocchi e il consultante in modo che, insieme, si possa costruire il significato del tiraggio in relazione alla sua vicenda di vita.

D’altro canto, credo che lo studioso appassionato si trovi a un certo punto nella posizione di scrollarsi di dosso la sua formazione. Per quanto autorevoli e illuminati possano essere stati i suoi insegnanti (sempre che ne abbia avuti), essi sono esseri umani e in quanto tali possono percepire solo una parte dei significati e dei messaggi dei Tarocchi. Il metodo di approccio tarologico che suggerisco in questa fase dell’evoluzione ha una parola d’ordine: decostruire. Ritengo che sia importante, nella vita di uno studioso di questo mazzo, fare ciò che Flaubert suggeriva al suo allievo Guy de Maupassant:

Dobbiamo guardare a ciò che vogliamo esprimere tanto a lungo e con tanta attenzione da scoprirne un aspetto che non sia mai stato visto né detto da nessuno. In tutto c’è qualcosa di inesplorato, perché siamo abituati a servirci dei nostri occhi solo con il ricordo di quanto è stato pensato prima di noi su quello che stiamo contemplando. La cosa più insignificante contiene un po’ di ignoto. Troviamolo. Per descrivere un fuoco che divampa e un albero in una pianura, restiamo di fronte a quel fuoco e a quell’albero finché non assomiglino più, per noi, a nessun albero e a nessun altro fuoco.

Questo è il metodo di studio che consiglio a tutti coloro che abbiano studiato e desiderino fare un ulteriore passo nella conoscenza dei Tarocchi: decostruzione. Fare tabula rasa dei concetti che appresi e tornare a guardare attivamente le immagini che abbiamo davanti per cercare di stabilire la nostra connessione soggettiva con ogni singolo arcano. Ho scelto la carta del Diable per questo articolo perché, a mio parere, è una delle più difficili dal decostruire: il solo nominare la parola Diavolo mette in moto tutta una serie di concetti pre-acquisiti. Eppure cerchiamo di guardare questa carta per quello che essa è, di coglierne i dettagli e, come diceva Flaubert, di percepire quella parte di ignoto che la nostra formazione ci ha impedito di coglierefino a ora. Ecco che il nostro rapporto con ognuno degli arcani si apre alla mera


viglia, e diventa prima un germoglio di cui prendersi cura, poi un albero da condividere.

Immagine: Le Diable, bianco e nero, Mazzo Tarocchi Studio. Diritti riservati.


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