La professoressa Trelawney in me
I Tarocchi prevedono il futuro?
Questa è una delle domande che ricevo più di frequente alle presentazioni dei libri e alle conferenze. In queste circostanze parlo dell’etica di utilizzo dei Tarocchi. Questa, però, è la risposta che da sempre sogno di dare - e chissà che, prima o poi, non lo faccia!
La parola a Carl Gustav Jung
Si può prevedere il futuro con i Tarocchi?
Nella conferenza del 1° marzo 1933, Carl Gustav Jung annoverò i Tarocchi tra gli strumenti che potevano forse predire il futuro:
Those are sort of archetypal ideas, of a differentiated nature, which mingle with the ordinary constituents of the flow of the unconscious, and therefore it is applicable for an intuitive method that has the purpose of understanding the flow of life, possibly even predicting future events, at all events lending itself to the reading of the conditions of the present moment. It is in that way analogous to the I Ching, the Chinese divination method that allows at least a reading of the present condition.*
Come riflettevo qualche tempo fa con Valeria Bianchi Mian, con Jung bisogna andarci piano. Pur ammettendo la possibilità (e non la certezza!) che i Tarocchi siano uno strumento che prevede il futuro,
Jung riesce solo a suggerire che essi permettano almeno la lettura del momento presente.
È possibile che lettori particolarmente sensibili siano in grado di definire un probabile futuro partendo dall’analisi dell’evoluzione del passato nella situazione presente. Se sei uno di questi ti invito a passare direttamente al punto 4. Se invece accogli come dato di fatto la possibilità aperta da Jung, ossia che i Tarocchi siano uno strumento divinatorio, ti invito ad osservare insieme a me la professoressa Trelawney.
La parola a Sibilla Trelawney
Sul fatto che la saga di Harry Potter sia un amplificatore potenziale e fonte di ispirazione per chi si dedica ai Tarocchi ho già parlato a lungo. Uno dei personaggi che amo di più è la professoressa di divinazione: Sibilla Trelawney - Cooman nella prima traduzione italiana e nei film.
Nonostante indossi un paio di occhiali spessissimi, la professoressa Trelawney è dotata di quella che lei chiama Vista. E come la usa?
“Caro ragazzo… povero, caro ragazzo… no… è meglio non dire niente… no… non chiedermi…”
“Che cosa c’è, professoressa?” chiese Dean Thomas all’improvviso. Si erano alzati tutti e lentamente avevano circondato il tavolo di Harry e Ron, avvicinandosi alla professoressa Trelawney per guardare nella tazza di Harry.
Gli occhi dell’insegnante si spalancarono in maniera teatrale. “Mio caro” disse “è il Gramo.”
“Il cosa?” chiese Harry.
“Il Gramo, mio caro, il Gramo” esclamò la professoressa Trelawney, stupita che Harry non avesse capito. “Il cane fantasma gigante che infesta i cimiteri! Caro ragazzo, è un presagio… il peggior presagio di morte!”
Il punto magistrale di questa narrazione è il fatto che la professoressa ha visto proprio bene: il cane nero, infatti, è nel passato, nel presente e sarà anche nel futuro di Harry. Il punto interessante per noi, però, è che
il cane nero non è quello che la professoressa Trelawney ha predetto.
Alla fine della storia, scopriamo, infatti, che si tratta di un mago che si trasforma in cane nero e che vuole proteggere Harry e vendicare i suoi genitori.
E cosa c’entra questo con i Tarocchi?
Se utilizzi i Tarocchi come strumento divinatorio, la vicenda di Sibilla Trelawney dovrebbe indurti a una riflessione:
magari i Tarocchi prevedono il futuro, ma tu sei sicuro di saper tradurre correttamente quella previsione?
Sei sicuro che il significato che attribuisci a quella carta, magari seguendo un manuale o una certa corrente di studi, sia proprio quello che le carte estratte indicano per il consultante? Sei sicuro che il tuo punto di vista sia abbastanza ampio da potersi connettere con uno strumento che, presumibilmente, amplifica elementi inconsci, e come tali difficilmente conoscibili?
Sei sicuro di non prevedere la morte a una persona che, magari, sta solo riflettendo se prendere un cane?
E sei sicuro di volerti arrogare l’interpretazione dei segni per un altro essere umano che probabilmente modulerà la sua vita sulla base della tua previsione?
Sibilla Trelawney in me (e in te)
A volte trovo la professoressa Trelawney in me. Si insinua in una previsione buttata là tanto per far contento un consultante particolarmente pressante, in una parola misteriosa o ambigua, magari scappata in un momento di poca presenza. Siamo amiche di vecchia data, ormai. Quando la sorprendo a parlarmi attraverso la riconosco, la saluto con la tenerezza con cui si saluta una vecchia compagna un po’ suonata e le chiedo gentilmente di lasciare il posto a quell’altro vecchio amico, il dubbio (gli appassionati della saga di Harry Potter converranno con me che il Centauro Fiorenzo ne sia ottimo simbolo).
E tu, trovi mai la Trelawney in te? Come si esprime, che cosa fa? E come ti rapporti a lei?
Ma se non leggono il futuro (o se tu non lo leggi), allora a cosa servono i Tarocchi?
Nelle suddette conferenze e presentazioni rispondo alla domanda “I Tarocchi leggono il futuro?” dicendo che
non so se i Tarocchi lo leggano, ma so che io non lo faccio.
Di solito aggiungo una buona serie di principi etici che supportano questa decisione.
La domanda che segue è quasi sempre:
Ma se non li usi per leggere il futuro, allora a cosa servono i Tarocchi?
I Tarocchi sono uno strumento simbolico, e come tale possono ricoprire una moltitudine di funzioni alternative alla divinazione. Essi possono essere uno strumento di autoconoscenza e fioritura personale, uno spunto narrativo o autobiografico, un supporto creativo, meditativo, filosofico o teatrale, un mezzo che psicologi, counselor o coach possono usare in seduta e molto altro.**
C’è un ampio ventaglio di opzioni tra le quali scegliere quando decidi che Sibilla Trelawney ti sta stretta.
Conclusioni
È possibile che i Tarocchi prevedano il futuro. Possibile, ma non dimostrabile se non nell’ottica delle profezie auto-avveranti, di cui parleremo in un altro post. E anche se fosse dimostrabile, ci sarebbe tutta una serie di analisi da portare avanti prima di fare un’affermazione certa: come funzionano? Con chi funzionano? Per quanto? In quale percentuale?
E anche se riuscissimo a rispondere a tutte queste domande con una serie di dati che supportano la risposta affermativa, resterebbe sempre una domanda fondamentale: sei certo che quello che stai prevedendo sia corretto? Che l’attribuzione di senso che stai facendo sia perfettamente in linea con il messaggio che emerge dallo strumento? Che quello che proietti sul futuro del consultante gli faccia davvero bene?
Senza stare a scomodare l’etica di utilizzo dei Tarocchi,
puoi chiederti se ti piace assomigliare a Sibilla Trelawney. Se scopri che non ti piace, è il momento di fare qualcosa per cambiare.
*“Questi (gli Arcani Maggiori dei Tarocchi) sono idee archetipiche, di natura differenziata, che si mescolano con i costituenti ordinari del flusso dell’inconscio, ed è quindi potenzialmente un metodo intuitivo che ha il fine di capire il flusso della vita, magari anche predire eventi futuri, prestandosi comunque alla lettura delle condizioni del momento presente. In questo caso corrispondono all’I Ching, metodo di divinazione cinese che permette almeno la lettura del momento presente.”
Su C. G. Jung, Conferenza 1° Marzo 1933, cit S. Nichols, Tarot and the Archetypal Journey: The Jungian Path from Darkness to Light (English Edition), Weiser Books, 2019, Ebook, Posizione 177 - 249
**(Per scoprire alcune delle nuove frontiere di utilizzo dei Tarocchi ti invito ad ascoltare le relazioni del Convegno sul Tarot del 2022 e del 2024)
Mi chiamo Ilaria Boero e mi occupo di Tarocchi e Viaggio dell'Eroe. Tarocchi Studio è scuola di Tarocchi, centro di studi e divulgazione sui Tarocchi. Contattami se vuoi informazioni sui corsi di Tarocchi o sulle attività di divulgazione.
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Lo so, uso il maschile generalizzante. Sono molto attenta alle questioni di genere, ma l'utilizzo di asterischi o della schwa rende il testo difficilmente accessibile a persone con difficoltà di lettura. D'altro canto, ripetere gli aggettivi al maschile e al femminile rende il testo lungo e pesante. Chiedo ai lettori di leggermi come si legge un simbolo: al di là del genere.
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