Una pratica utile quando un simbolo non è chiaro
Capita spesso che ci troviamo a fissare una carta e chiederci: che cosa è questa forma? Che cosa rappresenta questa riga, questo cerchio, questa figura? In questo articolo condivido un possibile metodo di decifrazione delle forme “misteriose” dei Tarocchi. Partiamo da un esempio banale: che cosa è la riga accanto al libro nella Papessa dei Tarocchi di Madenié (sì: quella linea celeste che sembra buttata lì un po’ per caso)?
Premettiamo che forme non definite sono spesso uno dei punti forti dei Tarocchi, perché è in esse che si sviluppa la possibilità di connessione con l’intuito e l’immaginazione del tarologo. Questo però, non è il punto di questo blog. Uno dei metodi più semplici per illuminare alcune parti poco chiare della carta è andare a controllare i Tarocchi più antichi di quello che abbiamo in mano. Infatti, è possibile che i maestri cartai avessero ben presente una certa immagine in circolazione in quel momento e la riproducessero, ognuno con il proprio stile. Accadeva spesso che, di riproduzione in riproduzione, un simbolo perdesse il suo significato originario nonostante la forma continuasse ad essere tramandata di mazzo in mazzo (trovate un esempio in questo post). In questo caso, stiamo analizzando la copia restaurata del Madenié 1709 (trovate il mazzo in vendita qui). Vale la pena cercare una possibile spiegazione nei mazzi Noblet (1650 ca) e Dodal (1700 ca) (img in alto).
La spiegazione più semplice viene osservando la carta di Jean Noblet del 1650: quella linea sembrava rappresentare un pezzo dell’abito della Papessa, in particolare la parte più alta della gonna. La linea curva presente nel mazzo Nobet sembra essere stata appiattita nel Jean Dodal. L’effetto geometrico creato in questa versione sembra poi essere ereditato dai Tarocchi di Madenié e di Convers.
Questo esercizio ci aiuta a capire l’evoluzione di buona parte della simbologia dei tarocchi: osserviamo ad esempio il velo, o le linee della veste dalla prima all’ultima delle carte selezionate. Immaginiamo poi di estendere questo esercizio a tutti i mazzi di Tarocchi di Marsiglia antichi che ci sono arrivati: probabilmente avremo un’idea ancor più esaustiva di quella che già appare da questo semplice esercizio.
Spero che questo articolo sia stato utile. Se volete aprire un dialogo, lasciate un commento o contattatemi.
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